Senza titolo

Giovanni Anselmo

1984 – 1986

Tela, pietre (diorite grigia),
cavo d’acciaio, nodo scorsoio

230 x 150 x 80 cm

Collezione GAM – Galleria Civica d’Arte
Moderna e Contemporanea di
Torino, Torino, 2000

 

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1984
  • 1984
      Feb 14

    1984 Feb 14 - Giovanni Anselmo

    Giovanni Anselmo, New York, Marian Goodman Gallery, 14 febbraio – 9 marzo 1984 (esemplare collezione La Gaia, Busca)

    Foto Bill Jacobson

  • 1984
      May 3

    1984 May 3 - Giovanni Anselmo

    Giovanni Anselmo, Anversa, Galerie Micheline Szwajcer, 3 maggio – 3 giugno 1984 (esemplare collezione privata, Francia-USA)

    Foto Courtesy Galerie Micheline Szwajcer, Anversa

  • 1986
      June 15

    1986 June 15 - Tu es pierre

    Tu es pierre, Vassivière-en-Limousin, Association Lac & S, 15 giugno – 15 settembre 1986 (esemplare non identificato)

     

  • 1986
      Dec 15

    1986 Dec 15 - Fideliter (1966-1986)

    Fideliter (1966-1986). Per i vent’anni di attività di Christian Stein, Torino, Galleria Christian Stein, dal 15 dicembre 1986 (esemplare GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino)

     

  • 1988
      Jan

    1988 Jan - Giovanni Anselmo

    Giovanni Anselmo, Firenze, Fortezza da Basso, Pitti Immagine Uomo, gennaio 1988 (esemplare GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino)

    Foto Paolo Pellion

  • 1989
      May 07

    1989 May 07 - Entrare nell’opera

    B. Merz, Entrare nell’opera, in Giovanni Anselmo, catalogo della mostra (Modena, Galleria Civica Palazzina dei Giardini Pubblici, 7 maggio – 2 luglio 1989 / Lione, Musée d’Art Contemporain, 5 ottobre – 19 novembre 1989), Hopefulmonster, Firenze 1989, p. 11

    Due pietre cavalcano una tela la quale le sorregge. Può essere che la pittura abbia disegnato le montagne… ma è la pietra che disegna il paesaggio. Può essere che la pittura sollevi le montagne… ma sono queste a dirigersi verso oltremare.

     

  • 1991
      Apr 4

    1991 Apr 4 - Antonimia

    Antinomia. Artisti per una nuova cultura di pace, Torino, Facoltà di Architettura, Castello del Valentino, 4-12 aprile 1991 (esemplare della collezione dell’artista non identificato)

  • 1991
      Apr 5

    1991 Apr 5 - Giovanni Anselmo

    Giovanni Anselmo, Madrid, Galería Marga Paz, 5 aprile – 31 maggio 1991 (esemplari non identificati)

    Foto Antxon Hernandez

  • 1991
      May 21

    1991 May 21 - Giovanni Anselmo

    Giovanni Anselmo, Napoli, Galleria Alfonso Artiaco, dal 21 maggio 1991 (esemplare della collezione dell’artista; esemplare collezione privata, Francia)

    Foto Courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli

  • 1991
      June 8

    1991 June 8 - Nouvel Espace

    Nouvel Espace, Parigi, Galerie Durand-Dessert, 8 giugno – 20 luglio 1991 (esemplare collezione privata, Torino)

  • 1995
      May 3

    1995 May 3 - Giovanni Anselmo

    Giovanni Anselmo, Santiago de Compostela, CGAC – Centro Galego de Arte Contemporánea, 3 maggio – 24 luglio 1995 (esemplare non identificato)

    Foto Massimo Piersanti

  • 1997
      June 05

    1997 June 05 - Il corpo della pittura

    G. Verzotti, Il corpo della pittura, in Pittura italiana da Collezioni italiane, catalogo della mostra (Rivoli-Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 5 giugno – 21 settembre 1997), a cura di G. Verzotti, Charta, Milano 1997, p. 158

    Nel ciclo di opere senza titolo degli anni Novanta le lastre applicate alle tele o le coppie di pietre ad esse appoggiate stanno, abbiamo detto, per il colore non più interpretato solo come stato d’animo, o smaterializzato nel richiamo alla luce, ma presentato nella sua fisicità, nel suo peso, nella sua forza. Proprio il peso configura il suo rapporto con la tela e perciò l’assetto stesso dell’opera. Sostenuto dal cavo d’acciaio, il cappio del nodo scorsoio a cui è collegato si chiude e blocca la pietra ad un’altezza determinata dal peso di quest’ultima. In questo caso, dice l’artista, la forza di gravità crea un ossimoro, tiene le pietre in sospensione, sollevate da terra a causa del cappio.

    Nell’equilibrio fra forze e masse che si instaura in questo modo c’è tensione, energia potenziale, e movimento, una dinamica che coinvolge la microfisica della materia, la sua struttura atomica. Non percepibile dall’osservatore tale dinamismo nondimeno è attivato nel sistema di forze in cui l’opera si identifica: l’invisibile, l’infinito che l’artista ci indica non hanno sede solo nei cieli e nel cosmo ma anche nella materia e nei fenomeni in cui siamo organicamente calati.

     

  • 1998
       

    1998 - Situazioni di energia

    M. Disch, Situazioni di energia, in Id. (a cura di), Giovanni Anselmo, ADV Publishing House, Lugano 1998, p. 97

    Senza titolo del 1984, costituito da una tela che sostiene una coppia di pietre con un cavo d’acciaio e nodi scorsoi, sta in piedi appoggiandosi lievemente alla parete. I due blocchi pesano sulla tela come su una bilancia che misuri il peso della materia, anzi: il contrappeso del gesto che la “alleggerisce”. È il lavoro del cappio che tiene sospese le pietre ed è la tela che fa da supporto al gesto che solleva la materia, per costituire la situazione di energia dell’opera. Una situazione di energia tanto più intensa, quanto più le pietre sono materia colorata: massi alleggeriti dal colore che li vivifica.

     

  • 2000
      Dec 6

    2000 Dec 6 - Arte povera in collezione

    Arte povera in collezione, Rivoli-Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 6 dicembre 2000 – 25 marzo 2001, a cura di I. Gianelli, con la collaborazione di M. Beccaria, G. Verzotti

    Foto Paolo Pellion

  • 2000
      Dec 6

    2000 Dec 6 - Arte povera in collezione

    Verzotti, in Arte povera in collezione, catalogo della mostra (Rivoli-Torino, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 6 dicembre 2000 – 25 marzo 2001), a cura di I. Gianelli, con la collaborazione di M. Beccaria, G. Verzotti, Charta, Milano 2000, p. 110

    Due blocchi di granito sono appesi a una tela bianca intelaiata tramite un cavo d’acciaio e nodi scorsoi. Il peso dei due blocchi, creando una situazione di equilibrio, determina la posizione dell’intera installazione; i nodi scorsoi si chiudono e bloccano le pietre ad un’altezza determinata dal loro stesso peso, cioè dalla forza di gravità che in questo caso, quasi fosse un paradosso visivo, solleva la materia. Il peso dell’opera grava inoltre in parte sul pavimento e in parte sulla parete, così evocando il gesto del pittore che fa pressione sulla superficie sulla quale lascia la sua traccia. La pietra è associata alla tela in quanto il granito richiama la materia di cui il pigmento pittorico è composto; sta per il colore di cui viene riscoperto il valore materico, la base organica che costituisce il corpo della pittura.

  • 2001
      Nov 15

    2001 Nov 15 - La GAM costruisce il suo futuro

    La GAM costruisce il suo futuro. Tre anni di acquisizioni di arte contemporanea, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti, 15 novembre 2001 – 16 dicembre 2001 (esposto alla Promotrice)

     

  • 2004
      Jul 3

    2004 Jul 3 - L’élémentaire, le vital, l’énergie

    L’élémentaire, le vital, l’énergie. Arte Povera in Castello, Vence, Château de Villeneuve, Fondation Émile Hughes, 3 luglio – 3 ottobre 2004, a cura di Z. Mirabdolbaghi

    Foto Courtesy Château de Villeneuve, Fondation Émile Hughes, Vence

  • 2006
      Nov 8

    2006 Nov 8 - MUSEO MUSEO MUSEO

    MUSEO MUSEO MUSEO. 1998-2006. Otto anni di acquisizioni per le raccolte della GAM, Torino, Torino Esposizioni, 8 novembre 2006 – 27 gennaio 2007, a cura di P.G. Castagnoli

    Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei. Foto Bruna Biamino

  • 2007
       

    2007 - Torino, 15 giugno 2006

    A. Viliani, G. Anselmo, Torino, 15 giugno 2006. In conversazione con Andrea Viliani, in Giovanni Anselmo, catalogo della mostra (Bologna, Galleria d’Arte Moderna, 26 maggio – 27 agosto 2006), a cura di G. Maraniello, A. Viliani, Hopefulmonster, Torino 2007, p. 216

    A.V.: Se consideriamo le tue opere in cui una tela bianca è sormontata da due grandi blocchi di pietra – uno che si appoggia sulla tela e l’altro che si appoggia al muro retrostante la tela, conferendo all’opera il suo equilibrio statico – potremmo dire che in esse si valorizzi il retro della tela come hai valorizzato il retro dello specchio. Esplorando ciò che c’è intorno alla tela ti interessi in parte alla sua superficie – luogo per definizione della rappresentazione “pittorica”, da cui iniziasti ad allontanarti a partire dalla metà degli anni Sessanta quando hai smesso di dipingere e disegnare…

    G.A.: In questi casi utilizzo la tela integralmente, cioè la superficie bianca della tela e il telaio su cui è stesa, mentre dello specchio non utilizzo la superficie riflettente. Sulla tela bianca presento dei colori che sono “anche” blocchi di pietra, facendoli rimanere sospesi su di essa tramite un nodo scorsoio. I colori in quanto tali agiscono sulla tela cromaticamente e, in quanto pietre, e cioè per effetto del loro peso, agiscono realmente su di essa: il peso di una pietra sostiene il peso dell’altra, e il peso di entrambe mantiene in equilibrio l’opera. In assenza di luce un’opera pittorica sparisce, non importa quale sia la sua epoca, il suo stile o la tecnica con cui è composta. In questo caso i colori agiscono pittoricamente finché c’è luce, ma in quanto pesi continuano ad agire anche senza luce.

     

  • 2007
       

    2007 - Allestimento della collezione permanente

    Allestimento della collezione permanente, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, 2007, a cura di P.G. Castagnoli

     

  • 2009
      Oct 24

    2009 Oct 24 - Allestimento tematico della collezione permanente

    Allestimento tematico della collezione permanente, Genere, Veduta, Specularità, Infanzia, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, 24 ottobre 2009 – 30 gennaio 2011, a cura di D. Eccher (Anselmo espone nella sezione dedicata alla Specularità)

    Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei. Foto Bruna Biamino

  • 2009
      Nov 18

    2009 Nov 18 - Manutenzione/restauro

    L’esemplare della collezione GAM è stato restaurato nel 2009 dalla società di restauro Rava E C (concordemente con l’artista e con la supervisione del direttore del museo, Danilo Eccher e della conservatrice, Elena Volpato).

    In occasione di questo intervento la tela bianca, abrasa dalla pietra posta sul fronte, è stata consolidata e reintegrata.

  • 2011
      Mar 4

    2011 Mar 4 - Allestimento tematico della collezione permanente

    Allestimento tematico della collezione permanente, Anima, Informazione, Malinconia, Linguaggio, Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, dal 4 marzo 2011, a cura di D. Eccher (Anselmo espone nella sezione dedicata all’Informazione)

    Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei. Foto Paolo Robino

  • 2011
       

    2011 - Collezioni GAM

    Mazzonis, in Collezioni GAM, vol. II, a cura di D. Eccher, Umberto Allemandi, Torino 2011, p. 18

    Dalla metà degli anni sessanta il lavoro di Giovanni Anselmo ha smesso di essere rappresentazione di “qualcosa” entro il limite finito della tela, fosse esso disegno o dipinto. L’artista non consegna più il suo lavoro al pubblico, come se uscisse definitivamente da sé, abbandona la tela come luogo della rappresentazione pittorica e lo trasforma in esperienza continua, comunicando il senso dell’agire nel tempo dell’opera.

    Anselmo utilizza integralmente la tela e il suo telaio. I colori, cioè la pietra, operano sia in senso cromatico sulla superficie, sia realmente su di essa. Le pietre sembrano posate per caso a cavallo della tela, mentre agiscono si mantengono in equilibrio aggrappate al telaio tramite un cappio fatto con il cavo di acciaio, consumando attimo dopo attimo il telaio stesso.

    ‘Tutte le pietre sono già colorate in natura, io scelgo una pietra in quanto colore. Il colore è anche materia e ha un ‘peso’ pittorico oltre il peso della materia. Le pietre colorate, blocchi di 200/250 chilogrammi disposti sulla tela tramite un nodo scorsoio, si mostrano su di essa in quanto colori e agiscono sul cappio in quanto pesi, consentendo al peso di stare su grazie al peso stesso. Il colore appare, solleva la pietra mentre la pietra solleva il colore (G. Anselmo, in Maraniello e Viliani, 2006, p. 217). Si determina così una situazione di energia, analogamente a quanto accade nei lavori con l’ago magnetico: puramente fisica in questo caso, ma sempre proiettata verso l’infinito, quello suggerito dalla tela dipinta di bianco, somma di tutti i colori, non più luogo di una rappresentazione ma di tutte le rappresentazioni possibili.

  • 2011
       

    2011 - Opposte traiettorie…

    Volpato, Opposte traiettorie: Mario Sironi e Giovanni Anselmo, in Collezioni GAM. Allestimento 2009-2011, vol. I, a cura di D. Eccher, Umberto Allemandi, Torino 2011, pp. 183-185

    Anselmo, pur nato pittore, non poteva ricondursi ad accettarne il limite [del rettangolo della tela], perché, a cospetto dell’infinito, concetti come scala e proporzione perdono ogni significato. Nessuna equivalenza potrà trasformare le rette celesti in segmenti finiti tracciati su un piano, e ogni planimetria astrale non può che fingere per simboli e convenzioni soltanto una porzione del cielo, una delle piccole sfere che racchiudono la superficie terrestre. Del quadro resta la tela bianca nella sua ambiguità di spazio mentale aperto al pensiero del tutto, ma anche oggetto corporeo da usare come sostegno alla fisicità di grosse pietre in tensione contro la costrizione gravitazionale. “È vero che il dipinto ha un suo fascino – racconta Anselmo – però ti esclude; rimani solo con le tue emozioni” (in. J.C. Ammann, Giovanni Anselmo, in Giovanni Anselmo, catalogo della mostra a Basilea – Kunsthalle / Eindhoven, Stedelijk Van Abbemuseum –, Basilea 1979, ripubblicato in Giovanni Anselmo, Hopefulmonster, Torino 1989, p. 22). […] Il mobile rapprendersi del suo universo in luoghi, posizioni e rapporti di forza, rende possibile l’ambiguità magica di uno spazio dove le pietre, sollevate dal suolo, alludono alla leggerezza e all’assenza di peso che conquisterebbero se arrivassero a disporsi, come dice Anselmo, “tra terra e cielo”, ma che allo stesso modo possono far provare, come ha scritto Daniel Soutif, “soprattutto la sensazione della forza contraria, che trascina la pietra verso il basso” (D. Soutif, L’atto della potenza o il tempo sospeso, in S. Pagé e G. Anselmo (a cura di), Giovanni Anselmo, catalogo della mostra – Parigi, ARC / Musée d’art moderne de la ville de Paris, 27 giugno – 22 settembre 1985 – Parigi 1985).

  • 2011
       

    2011 - Rispecchiamenti riflessivi

    Passoni, in Rispecchiamenti riflessivi, in Collezioni GAM. Allestimento 2009-2011, vol. I, a cura di D. Eccher, Umberto Allemandi, Torino 2011, p. 176

    Così l’opera di Giovanni Anselmo, Senza titolo (1984-1986), introduce i concetti di peso, equilibrio, gravità come nuovi temi da esplorare (molte opere contemporanee sono esposte volutamente senza un titolo, affinché non vengano ‘agganciate’ immediatamente a un significato referenziale). Questi elementi evocano idee di sospensione, precarietà, e ci inducono a riconfigurare la nostra percezione del tempo e dello spazio, operazione spesso al centro della riflessione di Anselmo […].

  • 2011
       

    2011 - Intervento di restauro

    L’esemplare della collezione GAM è stato restaurato nel 2011 dalla società di restauro Rava E C (concordemente con l’artista e con la supervisione del direttore del museo, Danilo Eccher e della conservatrice, Elena Volpato).

    In occasione di questo intervento è stata sostituita la tela montata su telaio dell’opera poiché le pietre ne avevano abraso la superficie. In sostituzione ne è stata scelta una, con la stessa grammatura e colorazione di quella originale, acquistata dallo stesso fornitore a cui l’artista si era rivolto negli anni ’80.

  • 2012
       

    2012 - Un itinerario fra le energie naturali

    D. Eccher, Un itinerario fra le energie naturali, in Collezioni. Allestimento 2011-2013, vol. III, a cura di D. Eccher, Umberto Allemandi, Torino 2012, pp. 129 – 130

    Si è così catapultati nella sala dedicata alle opere dell’arte povera con i lavori di Giovanni Anselmo che sussurrano un fitto dialogo con gli elementi essenziali della fisica: l’Equilibrio di due grandi massi a scavalco della tela, due violenti pesi che si annullano nel vuoto assoluto del quadro bianco […].

     

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2012